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  Meriggio

La più complessa, famosa e significativa espressione del panismo dannunziano. Nella torrida calura del mezzogiorno estivo il poeta contempla il torpore della natura: la bonaccia del mare, il silenzio dei fiumi, l'inerzia dell'afa. 'Perduta è ogni traccia dell'uomo', e in questa contemplazione l'uomo-poeta diventa creatura, oggetto tra gli oggetti, elemento tra gli elementi, fino a fondersi col paesaggio che lo circonda 'e il fiume è la mia vena,/ il monte è la mia fronte,/ la selva è la mia pube,/ la nube è il mio sudore'. Il poeta è 'morto' nella natura, ma rivive in essa al pari di tutte le sue parti. In questo la sua vita diventa davvero divina, e si libera di quella temporalità che ne era la condanna.
Fotografia:  -

 Alcyone di Gabriele D'Annunzio (www.citynet.re.it/biblioteca/alcyone/novella_XXIII.htm)
Trascrizione della poesia, all'interno di una fornita biblioteca virtuale

 Alcyone, di Gabriele D'Annunzio (02/05) (www.liberliber.it/biblioteca/d/d_annunzio/alcyone/html/alcyo_02.htm)
Trascrizione di questa e di altre poesie, con link alla home, contenente un profilo dell'autore e il rimando ad altre liriche

 Gabriele D'Annunzio (www.la-poesia.it/italiani/fine-1900/dannunzio/alcyone_23_meriggio.htm)
Trascrizione della poesia, con link alla home e il rimando ad altre liriche

 XOOM.it (members.xoom.it/AlbertoPian/Teledidattica/Letteratura/Vegliahtm/VegliaContenuto/Meriggio.html )
Trascrizione della poesia, con un breve commento e una traccia audio con la lettura della poesia (fastidiosa la 'erre' moscia del lettore). Altri testi e profili d'autore sono elencati nell'indice, non aggiornato

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