Tornato dall'isola volante di Laputa, il bisnonno del mio bisnonno si stabilì in Italia. La famiglia italianizzò il suo cognome in Gulliverio. Io, Lemuele Gulliverio, lavoravo in un centro di ricerche nucleari. Sperimentavamo un reattore a fusione e qualcosa andò storto. Ricordo di aver letto una temperatura di 65 milioni di gradi, poi svenni e mi risvegliai in un'Italia primitiva. Non ho capito se questa epoca oscura stia nel Medioevo profondo o in un avvenire post guerra atomica. Devo aver viaggiato nel tempo: in avanti o indietro o in una traccia parallela? La gente qui parla più o meno come me. Non so se è latino primitivo o italiano corrotto. Non mi sanno spiegare niente: sono senza storia. Sono pochi e poveri. Usano legno, bronzo, ferro e rozzi tessuti. Hanno carri e cavalli - non motori. Conoscono il lievito e fanno il pane. Fanno fermentare il mosto e fanno vino (pessimo, che addolciscono col miele). Vedo in giro cani, ma non gatti. Scolpiscono, dipingono (male) e scrivono (sembra solo contratti) su legno e pergamena, ma sono ignoranti. Mi accettano con semplicità. Si divertono ad ascoltare quando narro di storia e scienza. Pare mi prendano per un folle cantastorie. Non fanno domande. Dicono solo: "Ancora, Lemuè!". Temo che non lascerò più questo habitat. Non mi dispiace: ho molti amici e una bella ragazza, Silvia, che vive con me in una casetta senza acqua corrente. Ma non posso restare in questo stato di inerzia. Mangio il loro pane e il loro sale. Vesto i mantelli di lana che mi hanno dato. Sento il dovere di trasferire a loro la tecnologia moderna. Però io sono un fisico, non un tecnologo. Da dove comincio? Credo che le nozioni più importanti siano quelle di matematica, materiali, strumenti di misura, elementi costruttivi e processi, macchine. Poi potremo passare ai sistemi, alle reti stradali e di comunicazioni. Il tempo è bello, ma la temperatura sta calando. Un paio di mesi fa ho costruito una meridiana perché la pila del mio orologio al quarzo era esaurita. Ho diviso il giorno in 20 ore. Avevo proposto 24, ma i miei amici preferiscono le cifre tonde. Ho usato la meridiana anche per determinare il giorno del solstizio d'inverno. Ho insegnato a Caio e Sempronio, che mi seguono, algebra e trigonometria. Hanno imparato subito e dicono che le insegneranno al senatore. Pare che comandi lui su tutti, ma non l'ho mai visto. Poi sono passato ai logaritmi e all'algebra booleana. Caio ha detto: "Bene, bene. E' facile ma che ci faccio?". Invece si è appassionato al calcolo delle probabilità perché ama il gioco d'azzardo. (Ho stabilito 12 mesi di 30 giorni più cinque o sei giorni extra, come i Maya e i rivoluzionari francesi). Da tempo frequento le miniere e le officine metallurgiche. C'è Efisio, un praticone che ne sa più di me. Lavora bene i metalli: costruisce armi, attrezzi, serrature. L'ho convinto a mettere il carbone nel ferro quando fonde. Dopo vari tentativi è riuscito davvero a produrre acciaio, ben più resistente ed elastico del ferro. Ora mi stima molto. Il senatore mi ha nominato "Facchetotu": un grande onore. Efisio fa belle fusioni in bronzo e ferro, ma non ce ne sono due uguali. Devo introdurre un sistema di misure preciso. In marzo ho annunciato che è primavera, ma sembra che già lo sapessero. Ho scolpito nella roccia un metro campione lungo quattro palmi e l'ho diviso in centimetri e millimetri. Efisio è entusiasta. Gli altri non si interessano. Ho costruito un recipiente da un decimetro cubo. Riempito d'acqua pesa un chilo. Ora abbiamo uno standard di peso e di forza. Efisio ha imparato a misurare la resistenza dei materiali.
Con Efisio abbiamo costruito un calibro, un tornio e una fresa. Ora possiamo produrre ogni sorta di pezzi meccanici, ma gli altri hanno perso interesse. Il senatore mi ha mandato a dire che sto facendo perdere tempo a Efisio che dovrebbe produrre invece ferri per i cavalli. Devo raggiungere qualche risultato che faccia effetto su tutti. Mi concentrerò su un aerostato, una bicicletta e un aliante. In settembre hanno fatto il vino e gli ho insegnato a distillarlo. La mia idea era di produrre alcool da usare come disinfettante e, prima o poi, come carburante. Caio e Sempronio, invece, assaggiata quella specie di grappa si sono ubriacati. Le distillerie si sono diffuse e il senatore le ha proibite. Però si vedono in giro parecchi individui sbronzi come cavalli. Avevo fatto il conto che, per sollevare un uomo o forse due, un aerostato ad aria calda deve avere un volume almeno di 1000 metri cubi, cioè una palla col raggio di 6 metri e una superficie di 450 metri quadrati. L'abbiamo costruita usando migliaia di stomaci e intestini di pecore e maiali cuciti insieme. Mi hanno preso per matto, ma alla fine mi hanno dato retta. Oggi abbiamo riempito l'aerostato di aria calda immessa da un sistema di forni e di mantici. E' orrendo a vedersi ma funzionava. Mi sono portato un bruciatore ad alcool ed è voluto venire con me proprio il senatore: un omone pelato in toga. Somiglia alle statue di Augusto. Abbiamo fatto un volo di qualche chilometro per monti e valli. La gente ci veniva dietro a cavallo. Tutti molto impressionati. Quando è sceso, però, il senatore ha detto: "Bene, molto bene, Gulliverio. Ci piace. Ma se non riesci a mandarlo dove vuoi tu, serve a poco, no?". Ho costruito un aeroplanino a elica con motore a molla di acciaio. Ha volato per un minuto e poi è venuto giù come un sasso. Sempronio ha detto: "Curioso, eh?". Il senatore ha solo alzato un sopracciglio. Allora ho costruito un aliante con un metro di apertura alare. Non c'è legno di balsa e ho usato rami di frassino tenuti insieme con resina e filo di ferro. Ha volato per dieci minuti buoni, ma è andato a finire dove gli pareva. Il senatore ha detto: "Bene, bene, ma vanno sempre dove gli pare. A te, Lemuele Gulliverio, manca un po' il senso pratico, anche se hai tanta inventiva". Vorrei fargli un parapendio, ma non saprei come fare per renderlo manovrabile. Credo che ci vorrebbero nylon e kevlar. Non me ne intendo abbastanza. Con Efisio abbiamo costruito una bicicletta. Il telaio è stato facile. Le ruote sono piene e ci sono corde al posto delle gomme. Il più difficile è stato realizzare ruote dentate e catena e poi convincere il senatore a far costruire una strada di pietra assolutamente piana lunga due chilometri. L'ho collaudata io. Nessuno si aspettava che riuscissi a stare in equilibrio su due ruote. Poi ha imparato Caio, poi tanti altri. Il senatore ha detto: "Questa sì, Lemuele. Questa sì che va bene. Ma ora bisogna fare tante strade belle in piano, non una sola. Però conviene se di bicicli se ne fanno tanti". Silvia è bellissima. Però le sue mani sono callose come quelle di un terrazziere.
Dipende dal fatto che fila la lana a mano con il fuso e la conocchia: è l'unico modo che conoscono. Ieri hanno tosato le pecore e stamani Silvia mi ha detto: "Dovrai stare senza di me parecchio tempo ora. C'è la lana da filare". Mi sono ricordato delle lapidi sulle tombe delle matrone romane su cui era scritto: "Domi mansit lanam fecit", stette a casa e filò la lana. Così ho ricostruito il disegno dell'arcolaio a pedale. Serve a torcere il filo decine di volte più velocemente di quanto possano fare le dita. Ne abbiamo costruito uno di legno. Silvia si è messa a piangere. Mi ha detto: "Ora possiamo avere un figlio. Avrò tempo per lui". Il senatore mi ha ricevuto e, in sostanza, mi ha dato del cretino: "Bicicli, palloni, misurini, alianti! Dovevi costruire subito questo arcolaio! Questo ci fa ricchi. Potremo filare anche per i popoli vicini e avere da loro in cambio lavoro, legna, rame, grano, carbone. Ora sì che le cose cambiano". In ottobre Mi hanno fatto una sorpresa. Mi hanno condotto in cima a un monte dove avevano portato un grande aliante costruito da Efisio. Era tutto in tela di canapa e legno. Timone di coda e alettoni si comandavano con cavetti d'acciaio. Efisio si è messo al posto di pilotaggio e gli hanno fatto prendere velocità trascinandolo giù per un pendio con quattro cavalli al galoppo. I cavalli si sono sfracellati nella valle, ma l'aliante ha volato. Efisio ha sfruttato le correnti d'aria calda ed è salito a più di mille metri. Poi ha perso quota. L'abbiamo seguito a cavallo, ma ci ha lasciato indietro. Tornati al villaggio, abbiamo scoperto che era atterrato proprio accanto al palazzo del senatore. Ho costruito dei paralumi di tela e altri di pergamena. Non li volevano. Non capivano a che servissero. Ho spiegato che servono a non restare abbagliati dalla fiamma. Ora li vogliono tutti. Curioso che in Europa si diffusero solo all'inizio del XIX secolo. Penso a come potrei fare per creare un'industria elettrica. Ho costruito una pila di Volta a due metalli e ci ho alimentato un solenoide: il senatore può aprire a distanza la porta del suo studio schiacciando un pulsante. Mi sono fatto portare alcuni magneti naturali e abbiamo realizzato lamierini sagomati. Così ho costruito una dinamo e un motore elettrico. Sono riuscito a disegnare avvolgimenti molto rozzi. Il motore è piaciuto. Però non so da dove cominciare per costruire lampadine. Ho raccontato a Efisio che si possono fare. Mi ha lanciato uno sguardo scettico. Senza dirmi niente Efisio si è tirato su una dozzina di apprendisti. Mi hanno fatto un'altra sorpresa: hanno inventato e costruito una bicicletta con il cambio a due rapporti. Hanno anche cominciato a realizzare avvolgimenti elettrici più sofisticati di quelli miei. Sono riuscito a innescare processi di innovazione che ormai non si fermano più. Mi sono entusiasmato e ho disegnato una turbina come quella che fece Erone in Alessandria nel I secolo. E' un recipiente cilindrico che ruota attorno al suo asse e da cui escono tangenzialmente quattro tubi. Lo si riempie d' acqua e ci si accende sotto un fuoco: il vapore che si forma fa girare il cilindro. Efisio costruirà il modello in pochi giorni. La turbina ha funzionato destando curiosità. Però ho riflettuto che Erone non fece scuola: passarono diciotto secoli prima che qualcuno costruisse altre turbine a vapore, e nel frattempo era stata scoperta la termodinamica...
Ormai sono esiliato in questo mondo da più di un anno. Qualche volta mi dico che ho fatto anche troppo. Se al posto mio ci fosse stato un letterato, avrebbe potuto solo raccontare meraviglie di un mondo assurdo e non sarebbe stato creduto. Ora cercherò di costruire un windsurf e mostrerò al senatore che serve a navigare in ogni direzione come una barca a vela. Poi proverò a costruire un orologio a pendolo, caricato con i pesi e con le corde, ma non mi ricordo come si possa fare lo scappamento.Temo di essere troppo ignorante. Mi accorgo che non potrò fare molto di più in un tempo ragionevole. Dopo tutto, la cosa migliore che possa fare è scrivere un testo profetico - più o meno come quello che avrebbe potuto produrre un ipotetico letterato - per spiegare cosa non riusciranno mai a fare, come il moto perpetuo, e cosa, invece, sarà fattibile. Descriverò macchine a vapore e motori a combustione interna, treni, automobili, piroscafi, aerei a elica e a reazione, centrali elettriche e illuminazione, la carta, la stampa a caratteri mobili e le rotative, la radio, la televisione, il computer, il radar, il riscaldamento centrale, gli argani a ruote dentate, gli escavatori, le gru. Sono incerto se dargli la ricetta della polvere da sparo (zolfo, salnitro e polvere di carbone): forse è meglio di no. Sono tentato di insegnargli un po' di fisica nucleare: forse potrebbero finire per fare un esperimento che mi riconduca all'epoca in cui vivevo. Ma ci vorrebbe troppo tempo. Morirei prima. Meglio lasciare che gli stimoli che ho seminato si sviluppino in modo spontaneo, forse casuale. |