Viaggi e spedizioni - I laghi assassini
Nell'agosto del 1986, una nube letale si sprigionò dal fondo del Lago Nyos, in Camerun, provocando più di 1700 morti. Il fenomeno non è nuovo, e ci sono le condizioni perché il catastrofico evento possa ripetersi in futuro; per questo un gruppo di scienziati sta studiando il modo di liberare il lago dai gas contenuti nelle sue acque più profonde. Il Nyos è un lago di cratere vulcanico come molti altri nella regione ma, assieme al Lago Monoun, è particolarmente pericoloso: i residui dell'attività vulcanica producono anidride carbonica che filtra dalle rocce e si accumula nelle acque del fondale; se qualche evento eccezionale - come una tempesta, una frana, o un terremoto - provoca la risalita improvvisa dei gas, questi possono richiamarne un'ulteriore quantità, fino a provocare la risalita di potenti getti di acqua ricca di gas, alti decine di metri. L'anidride carbonica è un gas pesante, che tende a ridiscendere al suolo, provocando il soffocamento di tutti gli esseri viventi nella zona. Si è calcolato che il Nyos contenga ancora una quantità di gas più che doppia rispetto a quella che ha provocato l'evento catastrofico del 1986, e che potrebbe «riesplodere» in qualunque momento: un intervento di degassaggio è perciò molto urgente. Il primo passo da compiere è il monitoraggio delle variabili climatiche e della pressione dell'anidride carbonica sul fondo, e per questo è stata messa a punto una stazione meteorologica montata su una zattera. Per condurre il degassaggio in condizioni di sicurezza, infatti, bisogna controllare che le variabili non si alterino in modo pericoloso. L'inizio dell'operazione è previsto in autunno o in inverno e sono stati presentati separatamente due differenti progetti: il primo prevedeva l'inserimento di 12 tubi a tre diverse profondità per la risalita controllata delle acque ricche di gas, mentre il secondo era costituito da soli cinque tubi azionati da un interruttore via satellite. Il disaccordo tra gli scienziati sembrava dovesse addirittura portare all'annullamento dell'intero programma; per fortuna la mancanza di comunicazione è stata superata, e gli scienziati hanno ripreso a collaborare a un progetto comune. Una prova è già stata effettuata con successo nel Lago Monoun; un'altra effettuata sul Nyos si è conclusa con il violento «rigetto» del tubo, per fortuna senza gravi conseguenze, confermando comunque la fattibilità dell'operazione. La maggiore difficoltà sembrava comunque legata al finanziamento dell'impresa, che è risultato subito l'aspetto più problematico. Dopo che governi e organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite e l'UNESCO si sono ritirati per scelte politiche, i fondi sono stati garantiti dall'Ufficio per l'Assistenza Disastri all'Estero degli Stati Uniti (OFDA), che ha giudicato finalmente prioritario l'intervento sui laghi, convinto anche dall'eruzione del Monte Camerun, avvenuta nel 1999. Gli scienziati che partecipano al progetto sono impegnati inoltre anche a mantenere buoni rapporti con la popolazione locale e a sensibilizzarla sui pericoli di un lago apparentemente sicuro, anche se per fortuna essa pare disposta a collaborare e non eccessivamente diffidente per il momento. © 1999 - 2001 Le Scienze S.p.A.
 
Tratto da "lescienze" Foto: www.chinapage.org
Visita il sito: www.lescienze.it

Consulta anche:
 
 
 
 
 
   
Indietro       Archivio