C'è acqua e acqua e su questo non ci sono dubbi. Basta munirsi di un microscopio e alcuni campioni di liquido e il gioco è fatto. Il trucco è prelevarli nei posti giusti, come un lago poco profondo, uno stagno o più semplicemente una pozzanghera che resista più di tre giorni. Con un po' di fortuna si potrà scoprire un mondo molto più ricco di quello vegetale e animale visibile a occhio nudo. In una goccia d'acqua, infatti, si possono trovare decine di microscopici esseri viventi, animali e vegetali, fra i quali esistono differenze considerevoli, più di quelle che si trovano, per esempio, tra il muschio e la quercia o tra un pesce e un mammifero. Ma niente paura: tutti questi microrganismi sono assenti nell'acqua che scorre dai rubinetti di casa. Anche perché l'eventuale presenza, per esempio di alghe nell'acqua potabile sarebbe dannosa alla salute: questi microrganismi, infatti, possono provocare gravi infezioni gastrointestinali. Quindi per conoscere gli abitanti delle acque non potabili e ottenere un ricco bottino da esaminare al microscopio, bisognerebbe raccogliere insieme all'acqua anche detriti sbriciolati sul fondale, foglie in decomposizione, fango e frammenti di piante. Fra i microrganismi che appartengono al mondo vegetale i più comuni sono le alghe (rosse, azzurre, dorate, brune e diatomee). Mentre fra gli animali si trovano i rotiferi, organismi pluricellulari, e i protozoi, unicellulari: una vera scoperta per tutti coloro che vogliono entrare in questo singolare microcosmo. Ma cominciamo con le alghe. Queste sono organismi autotrofi (cioè, in grado di produrre sostanze nutritive a partire da materiali inorganici), unicellulari o pluricellulari, provvisti di vari pigmenti, come la clorofilla. Normalmente sono ricoperte da una membrana impregnata di sostanze mucillaginose, silicee o calcaree, e hanno forme diversissime. Per la loro enorme quantità, sono state divise per classi: le più comuni sono le cloroficee, cioè le alghe verdi, e le crisoficee, vale a dire quelle giallo-verdi o giallo-brune. Anche le diatomee appartengono a questa grande famiglia pur avendo caratteristiche diverse. Sono prive di flagelli, le appendici che talvolta ricoprono il corpo delle alghe. E sono rivestite da una membrana di silice, una specie di guscio rigido che, alla loro morte, forma sui fondali grandi depositi detti farina fossile. Questa viene ampiamente sfruttata dall'industria nella preparazione, tra l'altro, della dinamite e nella lavorazione dello zucchero. Nelle acque stagnanti vivono anche i protozoi, organismi unicellulari nel cui corpo si distingue una zona periferica più chiara e una interna granulosa. Sono protozoi anche le amebe, che cambiano continuamente la forma del corpo. Tutti questi organismi sono caratterizzati da filamenti utilizzati per la locomozione. Possono essere temporanei, come gli pseudopodi, o permanenti, come le ciglia e i flagelli. La riproduzione dei protozoi avviene sia per via sessuale sia asessuale, cioè per divisione o gemmazione. In quest'ultimo caso il corpo genera sulla superficie una o più cellule figlie, le cosiddette "gemme", che poi si staccano dando origine a un nuovo protozoo. Vivono un po' ovunque, sia in laghi o stagni sia in mare. Tra gli abitanti delle sole acque dolci si trovano i rotiferi, caratterizzati da un corpo cilindrico o tondeggiante, ricoperto da uno strato trasparente. La parte finale è formata da due lunghe appendici. Quella anteriore è dotata di ciglia che hanno il compito di muovere il corpo e convogliare le sostanze nutritive verso questa specie di bocca, dove un organo masticatore (chiamato mastax) frantuma il cibo. I maschi si distinguono dalle femmine per le dimensioni inferiori e perché sono privi di intestino. I rotiferi possono vivere in colonie "miste" o solo femminili e in questo caso si riproducono per partenogenesi, cioè l'uovo si sviluppa senza essere stato fecondato. |