Il posto delle ostriche
Quello che le foto non possono raccontare del golfo di Morbihan (Bretagna del sud) è la straordinaria forza del mare che si agita tra le sue isole: nessun'onda, ma le correnti più violente che si possono incontrare sulle coste europee. Ogni giorno, due volte al giorno, l'oceano Atlantico si infila nel le isole conoscono bene queste fiumane, le sfruttano per lasciarsi portare, ma quando si tratta di attraccare al molo con la corrente a sfavore, la lotta è dura, anche nelle baie che sembrano più protette. Vien da chiedersi per quanto tempo ancora queste lingue di terra tappezzate di verde possano resistere all'assedio dell'oceano. La tradizione vuole che nel golfo ci fossero 365 isole, golfo dall'unica bocca di porto larga appena 900 metri, tra Locmariaquer e PortNavalo, come un fiume che cercasse di passare da un imbuto. La marea che entra si scontra con la marea che esce e al timone di una barca due braccia possono non farcela a contrastare tanta potenza. Dove la corrente è più forte (fino a 3.8 metri al secondo) il mare si increspa come un ruscello di montagna e crea vortici e mulinelli. Una per ogni giorno dell'anno, mentre a contarle oggi non sono più di una quarantina quelle che si possono definire tali: l'oceano, insomma, se ne è portate via parecchie. Sulle isole e a pochi metri dalla costa, però, ci sono siti preistorici (gli allineamenti di Carnac, chilometriche file di menhir, e la gigantesca tomba a tumulo sull'isola di Gravin) che testimoniano di un equilibrio millenario tra terra e mare. Si presume che all'epoca di questi insediamenti del Neolitico (5.000 a. C.) l'oceano fosse 5 metri più basso e non avesse ancora disegnato con la sua forza questa che oggi è annoverata tra le baie più belle del mondo (vedi il sito: www.worldbays.com) insieme con altre più celebri come Venezia, Rio de Janeiro o Bodrum in Turchia. Il mare che va e viene, un microclima quasi mediterraneo, l'apporto continuo di acque fresche e ricche di ossigeno dall'Atlantico che vanno a mescolarsi con quelle più calde e dolci dei fiumi che sfociano nel golfo, creano l'habitat ideale per la coltivazione di ostriche, cozze, vongole, cappesante (le coquilles Saint Jacques) oltre che di crostacei e pesci come sogliole, branzini e triglie che nel golfo vengono a deporre le uova. I cultori sanno che la plat (Ostrea edulis), la più prelibata delle ostriche, quella dalla valva tonda, è originaria del golfo di Morbihan: fino agli anni Settanta ce n'erano distese di banchi naturali che servivano anche a intercettare le larve, ma un parassita le ha decimate. Sono state rimpiazzate da un altro tipo, la creuse japonaise, più ovale, che però non è così gustosa. Così oggi i circa 90 ostricoltori del golfo stanno cercando di reintrodurre la plat, detta anche belon, perché chi viene nel Morbihan cerca il meglio dei sapori del mare. Gran parte degli allevamenti sono concentrati nella zona di Auray e nella parte finale della presq'île de Rhuys dove sulla «strada delle ostriche» sono una dozzina quelli che aprono ai visitatori e insegnano a schiuderle e degustarle. Con la bassa marea, le distese di sacchi di ostriche disposti su sostegni di metallo ancorati alla battigia si scoprono e si possono raggiungere facilmente a piedi, magari tenendo d'occhio l'orologio per non farsi cogliere dalla marea che ogni tanto è capitato di notte travolge i ladri inesperti che si attardano al largo. La marea è puntuale, non sgarra di un minuto: ogni sei ore sale, ogni sei ore scende, può variare soltanto d'intensità e regola gli spostamenti degli abitanti del golfo: in ogni porto o ufficio informazioni è esposto l'annuario, con le tabelle calcolate giorno per giorno. I veri intenditori, quelli che vanno in cerca di ostriche e molluschi veraci, non d'allevamento, si riconoscono dall' abbigliamento (pantalone rimboccato fino al ginocchio e stivali di gomma o piedi nudi, a seconda della stagione) e dall'attrezzatura (rastrello e secchiello). Quando la marea cala e lascia scoperti per chilometri i fondali sabbiosi, arrivano a centinaia a procurarsi la razione giornaliera di coquillage. Se le vongole affiorano, per trovare le ostriche occorre scavare qualche centimetro sotto la sabbia. Sì, ma come scovarle? Ognuno ha la sua tecnica: chi ti dice che soltanto chi conosce la zona può farcela, chi ti consiglia di provare dove ci sono macchie di sabbia più scura, chi di scavare a caso. Ogni bambino, ogni anziana signora se ne torna a casa con il secchiello pieno, mentre chi passava di qui per fare uno spuntino si è portato anche una baguette, un panetto di burro salato e una bottiglia di Muscadet, il vino bianco. La raccolta dei molluschi va da ottobre a fine marzo e, siccome nel golfo non c'è un vero e proprio porto di pescatori, non si fa la vendita all'asta come in altre località bretoni con il battitore che si sgola oppure usa il megafono, a seconda dell'età. Quindi è d'inverno che il golfo offre il meglio di sé: abbondanza di frutti di mare che fanno sbizzarrire gli chef e un microclima mediterraneo che permette di vivere persino a camelie, mimose e azalee nei giardini delle ville sulle isole, la maggior parte private, di proprietà di attori e capitani d'industria. Non è un caso che sulla punta della penisola di Quiberon, che lambisce a ovest il golfo di Morbihan, sia nata la moderna talassoterapia: il primo stabilimento bretone è stato aperto nel 1964 dal campione del ciclismo francese Louison Bobet e dalla moglie, che per primi sperimentarono i benefici delle cure con l'acqua marina. Scelsero la punta estrema della penisola che si estende per 14 chilometri nell'oceano, sempre spazzata dal vento che nebulizza l'acqua del mare, dove un respiro a pieni polmoni vale come una seduta di aerosol. Quando la talassoterapia era ancora agli albori qui veniva a fare il remise en forme il jetset internazionale: era uno dei luoghi preferiti anche dal regista Giorgio Strehler che tanto amava curarsi con le acque e passeggiare su scogliere deserte. Tra bagni, docce sottomarine, spruzzi, piscine riscaldate, vasche idromassaggio a microbolle o multijet, percorsi acquatici e impacchi di alghe si possono passare intere giornate a mollo e, al tramonto, andare a passeggiare sulle dune dove il mare si vede sia a levante sia a ponente, da una parte increspato, torbido, dall'altra, sottovento, calmo e limpido.
 
Tratto da: www.genteviaggi.it Foto: www.genteviaggionline.com/
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