La costruzione della più grande diga del mondo
Un'opera colossale, senza uguali nella storia dell'umanità, è in costruzione nel cuore della Cina, sullo Yangtze, il Fiume Azzurro. Quando sarà terminata, nel 2009, sarà la più grande diga del mondo, e sicuramente la più massiccia opera di trasformazione dell'ambiente mai fatta dall'uomo. Le cifre che la descrivono sono da record: più di due chilometri di lunghezza per 175 metri di altezza (ovvero un grattacielo di circa 58 piani); 17 anni di lavori che vedono impiegati 20mila operai, 27 milioni di metri cubi di cemento, 354.000 tonnellate di acciaio per le armature e 281.000 tonnellate di metallo. Sarà inoltre dotata di ventisei turbine per la produzione di energia idroelettrica, ciascuna delle quali potrà sviluppare una potenza pari a quella di una centrale nucleare di medie dimensioni. La realizzazione della diga sullo Yangtze comporta dei costi che vanno ben oltre l'investimento finanziario: l'impatto che una costruzione di tali dimensioni avrà sull'ambiente naturale e sociale circostante può solo essere immaginato. Nessuno può sapere con certezza quali ripercussioni avrà sulla natura e la società una costruzione così imponente. Da tutto il mondo si sono levate le voci di ambientalisti e zoologi, di storici e archeologi, di ingegneri ed esperti di bacini artificiali; tutti hanno fatto previsioni su quello che potrà accadere quando la diga sarà finita e il livello dell'acqua inizierà a salire. Molti hanno espresso il loro dissenso per quello che, ai loro occhi, sarà un mostro di cemento che "ucciderà" il Fiume Azzurro. Chi si oppone alla diga, non accetta che venga cambiato il profilo geografico di uno degli scenari più suggestivi di tutta la Cina. L'ecosistema della zona subirà delle trasformazioni radicali che inolre potranno mettere in pericolo la sopravvivenza delle specie animali e vegetali che vivono in quei luoghi. Tredici città, centoquaranta paesi, trecentoventisei villaggi e molti chilometri quadrati di terreno coltivato saranno sommersi dall'acqua. Un milione e centotrentamila persone dovranno abbandonare le loro case, le loro terre, il loro lavoro per lasciare il posto al bacino idrico della diga. Il loro numero potrebbe aumentare se la sedimentazione sul fondo del lago artificiale comportasse un ulteriore innalzamento del livello dell'acqua. Gli autori del progetto della diga delle Tre Gole sottolineano invece che dodici delle tredici città che finiranno sott'acqua saranno ricostruite più in alto, o addirittura spostate altrove. Stessa sorte avranno i paesi e i villaggi rurali. Le nuove aree urbane saranno più grandi delle precedenti, arriveranno a occupare un'area complessiva pari a due volte e mezzo quella precedente. I contadini che perderanno il terreno ne avranno uno nuovo, o un nuovo lavoro: in fabbrica o nel commercio. Il reinsediamento della popolazione è già iniziato. Cinque villaggi agricoli sono stati spostati, e, secondo le fonti ufficiali, hanno incrementato la produzione agricola e la qualità della vita degli abitanti. Sott'acqua finiranno anche 1208 resti archeologici e siti di valore storico. Lo Yangtze in generale, e le Tre Gole in particolare, sono luoghi importanti per la cultura cinese. La loro bellezza è stata fonte di ispirazione e soggetto per scrittori di ogni epoca; le loro rive sono abitate da millenni. Recenti scavi archeologici hanno portato alla luce resti di abitazioni e tombe della civiltà Ba, una misteriosa popolazione vissuta sullo Yangtze tra il 1300 e il 1200 avanti Cristo. Per salvare i siti di interesse storico e archeologico il Governo cinese ha previsto uno stanziamento di fondi per spostare i monumenti più importanti al riparo dall'acqua, e allestire musei acquatici. Comunque gli archeologi dovranno scegliere cosa tenere, e sacrificare quanto non può essere salvato. Come gli oltre duemila chilometri quadrati di rovine sotterranee, le necropoli, e tutto quello che ancora non è stato scoperto. Chi appoggia la realizzazione della diga, d'altra parte, oppone ai sacrifici necessari per la costruzione gli evidenti benefici per i quali è stata progettata. Questa sarà in grado di regolare il flusso del fiume, evitando così le disastrose inondazioni che periodicamente colpiscono la zona, causando migliaia di vittime (la più recente risale all'agosto del 1998). Produrrà ogni anno 84,6 miliardi di chilowattora di energia elettrica, una quantità enorme: circa quella che serve per dare energia all'Italia per quattro mesi. La produzione di energia idroelettrica inoltre dovrebbe ridurre l'inquinamento ambientale della zona, diminuendo la produzione di energia delle inquinanti centrali termoelettriche. La diga migliorerà infine la navigabilità del fiume nelle strette gole a monte della stessa, e aumenteranno di conseguenza i trasporti commerciali su acqua. Pro e contro, costi e guadagni, ecco qui tutti i contrasti di un progetto grandioso. Lo Yangtze è lungo 5800 chilometri, solo il Nilo e il Rio delle Amazzoni lo superano. La zona prescelta per la costruzione della diga si trova a 1900 chilometri dalla foce, ma a un'altitudine di soli 10 metri sul livello del mare. Il bacino idrico sarà invece a 175 metri sul livello del mare, cioè all'altezza che il fiume ha prima del tratto delle Tre Gole, una porzione di fiume lunga quasi 600 chilometri (più o meno quanto dista Milano da Roma), famoso in tutto il mondo per la sua bellezza. Il lago che si formerà, quindi, sarà lungo circa 600 chilometri e profondo fino a 165 metri. Oltre che la valle del Fiume Azzurro, l'acqua invaderà anche alcune valli di affluenti, ridisegnando tutta l'orografia della zona, con notevoli conseguenze anche sul clima della regione. Sandouping, il luogo dove si sta costruendo la "diga delle Tre Gole", presenta due caratteristiche, fondamentali per la realizzazione del progetto: la distanza tra le due rive è molto ampia, e il terreno è costituito da roccia granitica, un fondo stabile per garantire resistenza alle fondamenta della diga. Nell'immagine di questa pagina, ripresa dal satellite Spot nel settembre dell'anno scorso, si riconosce la diga in costruzione, con la vastissima distesa di cemento, e, nei pressi della città di Yichang, quasi quaranta chilometri più a valle, la diga di Gezhouba, la più grande della Cina, per ora. L'idea di una diga sul Fiume Azzurro risale ai primi anni del Novecento. Per l'esattezza al 1919, anno in cui fu presentato il primo progetto per la produzione di energia idroelettrica. Tutto restò nel cassetto fino al 1954, quando una disastrosa inondazione colpì la popolazione sulle coste dello Yangtze, causando oltre 33.000 vittime. L'evento scosse l'opinione pubblica, e spinse verso la realizzazione della diga anche come mezzo di prevenzione dalle inondazioni. Quella del '54, infatti, fu solo l'ultima di una serie di inondazioni devastanti. I registri storici ne contano circa duecento in duemila anni: statisticamente una ogni cento anni. Nella seconda metà degli anni cinquanta, il Governo cinese, con l'aiuto della tecnologia dell'allora Unione Sovietica, eseguì i rilevamenti necessari per individuare il luogo adatto alla costruzione della diga. Nel 1959 fu scelto un punto abbastanza ampio del fiume, 34 chilometri prima di Yichang, con al centro una stretta zona di secca chiamata isola di Shonbao. Dopo 34 anni, il 14 dicembre 1993 iniziarono ufficialmente i lavori di costruzione della diga. Il progetto prevede tre fasi di lavorazione successive e la prima si è conclusa nel 1997. In quattro anni è stato preparato il cantiere, (che da solo ha richiesto quasi un anno di lavoro), poi è stato costruito un argine artificiale di terra e che ha consentito di prosciugare la parte del letto del fiume compresa tra la riva destra e l'isola di Shonbao. Quindi si sono realizzate le fondamenta per il primo tratto della futura diga. Infine si è eretto un frangiflutti di cemento. Contemporaneamente sono iniziati gli scavi per il doppio canale che consente alle imbarcazioni di superare il dislivello che si creerà tra il fiume e il bacino della diga. La seconda fase dei lavori è iniziata nel novembre del 1997 e terminerà presumibilmente nel 2003. Come prima cosa si è creato un altro argine di terra e roccia che collega il frangiflutti alla riva sinistra, quindi il fiume è stato dirottato nella parte destra, in modo da prosciugare la zona sinistra. In questa, i lavori attualmente in corso stanno edificando le fondamenta per la parte di scarico della diga e per una serie di quattordici generatori idroelettrici. La terza e ultima fase prevede la costruzione di un altro argine provvisorio di terreno e roccia, per prosciugare nuovamente la parte destra del fiume. Quando l'acqua incomincerà ad accumularsi nel bacino, le turbine già pronte sulla parte sinistra inizieranno a produrre energia e le imbarcazioni passeranno per la chiusa. Contemporaneamente si procederà a terminare la costruzione del blocco destro di produzione elettrica: altri dodici generatori. Il termine dei lavori è previsto per il 2009, novanta anni dopo la presentazione del primo progetto, e ben diciassette anni dopo l'inizio dei lavori. Il costo dell'intero progetto, impossibile da calcolare per l'estrema riservatezza del Governo cinese, è stimato intorno ai 70.000 miliardi di lire. Il lago artificiale che si formerà avrà una superficie di 1084 chilometri quadrati (tre volte il lago di Garda), una capienza di 39,3 miliardi di metri cubi di acqua, e una capacità di piena di 22,2 miliardi di metri cubi. Cioè in caso di inondazione può contenere questa quantità di acqua oltre il livello normale. Alcuni tra gli oppositori della diga sostengono che comunque, in caso di una piena particolarmente devastante, non sarebbe sufficiente. Si sta quindi pensando di realizzare un lago artificiale di sfogo dove convogliare l'acqua in eccesso. Per garantire la navigazione, oltre al doppio canale con cinque gradini, ci sarà un particolare "ascensore" che farà superare alle navi i centocinquantacinque metri di dislivello tra il lago artificiale e il fiume sottostante. In un futuro non tanto lontano, quando l'invaso a monte della diga delle Tre Gole inizierà a riempirsi, si formerà un enorme lago. Cosa accadrà all'ecosistema? Come si trasformerà l'ambiente? Cosa ne sarà degli animali che vivono la zona? Il fiume trasporta ogni anno in media 520 milioni di tonnellate di detriti. Molti di questi saranno fermati dalla diga, e si depositeranno sul fondo del bacino artificiale, diminuendone la capacità. Questo potrebbe danneggiare il funzionamento della diga stessa. Recenti studi hanno però ipotizzato che dopo 75 anni di funzionamento la quantità di terreno che arriverà alla diga pareggerà quella che passerà attraverso i condotti di scarico, quindi si fermerà l'eccesso di sedimentazione. Nel lago artificiale la corrente sarà scarsa, una situazione che comporta l'eutrofizzazione dell'acqua (cioè l'accumulo di sostanze nutritive portate dal fiume), e quindi una crescita abnorme delle alghe, che sbilancia l'equilibrio dell'ecosistema. Le alghe, infatti, consumano l'ossigeno dell'acqua mettendo in pericolo la sopravvivenza di molte specie di pesci. Lo sbarramento delle acque provocherà, inoltre, la concentrazione delle sostanze inquinanti versate nel fiume a Nord della diga: l'agglomerato urbano di Chongqing per esempio, 30 milioni di abitanti, riversa tutti i suoi rifiuti nel fiume. La costruzione della più grande diga del mondo La muraglia sull'acqua Produzione di energia idroelettrica e prevenzione delle piene da una parte; spostamento della popolazione e trasformazione dell'ecosistema dall'altra. All'incremento dell'evaporazione, conseguente all'aumento della superficie dell'acqua, seguirà un cambiamento del clima, con formazione di nebbia, crescita dell'umidità atmosferica e delle precipitazioni, che si ripercuoterà sulla vegetazione. Gli argini dei 27 chilometri di rive che precedono la diga sono a rischio di cedimento. Se una frana finisse nel lago si formerebbe un'onda che raggiungerebbe la diga, rischiando di inondare la valle. Secondo gli esperti però l'onda non sarebbe più alta di due o tre metri, quindi non potrebbe superare lo sbarramento e riversarsi a valle. Può capitare che l'acqua, riempiendo il lago, provochi delle scosse di terremoto, i progettisti assicurano però che la diga è costruita con criteri antisismici. Rappresentante di tutte le specie animali che vivono nel fiume è il delfino dello Yangtze (Lipotes vexillifer), del quale rimangono ormai solo 100 esemplari. Negli anni cinquanta abitavano le acque del fiume più di mille esemplari di Baiji, così il popolo cinese chiama questo animale, poi l'inquinamento, l'aumento del traffico navale e delle attrezzature da pesca ne hanno drasticamente ridotto il numero. Ora si teme che la trasformazione dell'ecosistema provocato dalla diga possa rovinare definitivamente l'habitat naturale del raro cetaceo, e degli altri abitanti dello Yangtze.
 
Tratto da "Newton", Giugno 2000 BIS Foto: http://www.cnn.com
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