Da quando è nato, fra i 20 e i 25 milioni di anni fa, il Mediterraneo ha avuto una vita piuttosto movimentata. Inizialmente nelle sue acque, la cui temperatura era superiore a quella di oggi, vivevano animali e piante, tipici delle attuali barriere coralline, di cui ancora troviamo resti fossili. Poi, sei milioni di anni fa, un evento eccezionale sconvolse tutti gli equilibri. Lo Stretto di Gibilterra si chiuse e il Mediterraneo si trovò improvvisamente trasformato in un grande lago salato. Con il trascorrere del tempo le acque evaporarono e il bacino, nel giro di un millennio, si prosciugò quasi completamente a eccezione di alcune pozze vicino alle foci dei fiumi, dove la vita tentava di resistere a tutti i costi. Dovette trascorrere molto tempo prima che in questa zona quasi desertica tornasse un mare. Un milione di anni dopo la sua chiusura, lo Stretto di Gibilterra si riaprì e le acque dell'Oceano Atlantico entrarono prepotentemente nel bacino mediterraneo, cambiando, però, le sue caratteristiche "di nascita". Oggi quest'area rappresenta solo l'uno per cento di quella di tutti i mari e gli oceani della Terra, ma le sue acque ospitano il 16 per cento della fauna marina mondiale e il sei per cento della flora. Il Mediterraneo non ha la fama che si meritrebbe. È, infatti, generalmente, ritenuto un mare "povero". Niente di più sbagliato. I suoi abitanti sono spesso animali e piante dalle forme incredibili e dai colori sgargianti, che poco hanno da invidiare alle specie tropicali e che hanno fatto delle nostre acque un ambiente ricco e particolare. La caratteristica che rende un po' speciale il nostro mare è il suo relativo isolamento: due milioni e mezzo di chilometri quadrati di acqua protetta dalle terre europee e africane e con pochi sbocchi verso l'esterno. Uno stretto di soli 15 chilometri di larghezza, quello di Gibilterra, mette in comunicazione il Mediterraneo con l'Oceano Atlantico. I Dardanelli e il Bosforo lo collegano invece al Mar Nero. Infine, il Canale di Suez (varco artificiale costruito nel 1869) apre un passaggio verso il Mar Rosso. Acqua più fredda e quindi animali e piante diverse da quelle lo abitavano milioni di anni fa, prima della chiusura dello Stretto di Gibilterra. Attualmente nel nostro mare esistono circa 7000 specie di animali e 1000 di piante. Più di un quarto degli animali (sia pesci sia invertebrati) è endemica, cioè vive solo in queste acque. La maggior parte delle altre specie (quasi la metà) proviene dall'Oceano Atlantico, altre ancora (circa il 17 per cento) sono presenti in tutti i mari del mondo. Infine, direttamente dal Mar Rosso attraverso il Canale di Suez arriva il 4,5 per cento degli animali, che vengono chiamati Lessepsians migrants (dal nome del costruttore del canale, Ferdinand de Lesseps) e, sebbene molto lentamente, continuano ad aumentare di numero anche a causa del surriscaldamento delle acque del Mediterraneo. Ma proviamo a immergerci per osservare più da vicino quali spettacolari e inaspettati animali abitano il nostro mare. Sul fondale una scogliera ricca di colori, dal giallo al rosso scuro, è un "condominio" di poriferi, animali molto semplici che vivono fissati al substrato e di cui esistono circa 500 diverse specie. I poriferi si procurano il cibo di cui hanno bisogno aspirando l'acqua carica di microrganismi tramite pori, detti osti, presenti su tutta la superficie del corpo. Una volta all'interno, le prede vengono catturate e stordite da cellule specializzate dette cnidocisti. Lo scheletro dei poriferi, opportunamente preparato, è la spugna che ritroviamo nei nostri bagni. Le scogliere sommerse vengono scelte come dimora anche dagli anemoni di mare, così chiamati per il loro aspetto più simile a quello di un fiore che di un animale, quali sono effettivamente. Il corpo è paragonabile a un grosso stelo sul quale si aprono, come una corolla dai colori sgargianti, i tentacoli posti intorno alla bocca dell'animale. Gli anemoni di mare vivono fissati sulla roccia per mezzo di un disco adesivo e catturano il cibo con i numerosi tentacoli, spesso dotati di ghiandole velenose. Ma gli inquilini che preferiscono la vita immobile e comoda sulle rocce dei fondali non finiscono qui. Minuscoli polipi scelgono gli scogli come fondamenta per i loro colorati palazzi: i coralli. Ciascuno, infatti, è formato da tanti piccoli polipi, uno sopra l'altro chiusi in uno scheletro protettivo prodotto da loro stessi. La disposizione della colonia dà al corallo le forme più varie, colorate e ramificate. Nascoste dietro gli scogli o troppo piccole per essere viste, altre impreviste creature abitano le acque del nostro mare. Sono gli anellidi policheti e i platelminti, meglio noti rispettivamente come vermi setolosi e vermi piatti, nomi non particolarmente allettanti non rendono giustizia alla spettacolarità delle forme e dei colori. I vermi segmentati vivono fissati al fondale dentro a un tubo di loro costruzione dal quale escono straordinarie "piume" colorate che servono per respirare e per catturare il cibo. Quelli piatti, invece, nuotano liberamente con i loro corpi sottili (non più spessi di uno o due millimetri) vivacemente colorati. Nel Mediterraneo sono presenti due varietà: il piccolissimo verme piatto rosa, di soli due centimetri di lunghezza, e il verme piatto blu un po' più "grande", tre o quattro centimetri. Le dimensioni molto ridotte, ottimo sistema per passare inosservati, sono caratteristiche anche dei nudibranchi, molluschi gasteropodi parenti stretti delle lumache che non misurano più di sette centimetri. Non a caso: privi della protezione di una conchiglia, hanno colori sgargianti che li rendono molto vistosi. E decisamente pericolosi: le tinte forti sono un messaggio per i loro predatori, che vengono così avvisati della presenza di veleno sulle lunghe frange colorate. Ma gli straordinari spettacoli che le profondità del Mediterraneo offrono non finiscono qui. Un esercito di gamberi, granchi, aragoste e astici vive e si muove sui fondali. E anche se l'aspetto di tutti questi crostacei è più noto e meno sorprendente, osservarli mentre conducono la loro vita fra le cavità rocciose o sospesi nelle acque. La corazza che ricopre il corpo assicura una buona protezione, le zampe anteriori trasformate in tenaglie permettono la presa del cibo e le lunghe antenne rappresentano un ulteriore aiuto per vedere, sentire e annusare. Vicini di casa dei crostacei, sui fondali vivono altri organismi, che anche sub meno esperti possono osservare facilmente. Si tratta degli echinodermi, i cui rappresentanti più conosciuti sono certamente i ricci e le stelle marine. I loro movimenti sono piuttosto limitati. I ricci si spostano per brevi tragitti usando gli aculei rigidi e flessibili come leve, mentre le stelle marine si servono delle cinque braccia. Si muovono poco, ma in compenso hanno un'alimentazione molto varia. I ricci grattano dagli scogli alghe e altri organismi servendosi di una particolare struttura, costituita da cinque denti, presente nella porzione inferiore, intorno alla bocca. Le stelle marine, invece, vanno a caccia di molluschi, crostacei e, a volte, addirittura pesci, che catturano stringendoli fra le braccia. Poi, però, non sono in grado di masticarli, quindi li predigeriscono esternamente rilasciando particolari enzimi. E per finire questa straordinaria "galleria d'arte" sommersa parliamo dei più noti abitanti delle acque marine, che si muovono in grandi branchi, stanno nascosti sotto la sabbia o nuotano solitari a diverse profondità. Sono i pesci. Ma anche in questo caso non manca qualche sorpresa. Chi si aspetterebbe nel Mediterraneo i barracuda, ritenuti, a torto, un'esclusiva delle acque tropicali? Nuotano accanto a pesci inaspettati per i vistosi colori che caratterizzano la loro pelle o ad altri curiosi per le loro forme. Insieme convivono con i più conosciuti cefali, scorfani e sogliole. E tutti formano una popolazione di seicento specie diverse, una buona parte delle quali non ha dimenticato le origini tropicali del bacino del Mediterraneo e con le sue tinte forti ne rappresenta l'eredità. Ma c'è un'ultima sorpresa: trecento specie di pesci tropicali "emigranti" che arrivano dal Mar Rosso. Un esodo cominciato più di 100 anni fa con l'apertura del Canale di Suez e che non accenna a finire. |